Home Risorse Un frammento di storia bolognese, dagli antichi “Crociali” a…Frankenstein di Mary Shelley!

Un frammento di storia bolognese, dagli antichi “Crociali” a…Frankenstein di Mary Shelley!

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Quale il sottile filo che collega attraverso i secoli un antico ordine religioso e uno dei più famosi scienzati bolognesi? E che - per suo tramite, concedeteci la 'forzatura'... - ci fa giungere quasi fino a Frankenstein?

Giovanni Aldini Cruciferi Crociali Manoscritto

Lo scopriremo insieme in questo piccolo racconto 'micro-storico' (cit. Zanarini, 2014). Ma andiamo con 'ordine'. Avete mai sentito parlare dei "Padri Cruciferi (anche Crociferi)"? Noi sinceramente no, almeno prima di imbatterci in un antico documento da cui è nato il desiderio di saperne di più.

I Padri Cruciferi attribuivano le proprie origini, non documentate, a S.Cleto Papa prima e a San Ciriaco di Gerusalemme poi. Furono fondati ufficialmente da Alessandro III (costituzione e regola, 1169) e poi confermati da Urbano III nel 1187. Pio II ne riformò le costituzioni e diede loro una croce d'argento al posto del bastone a forma di croce e l'abito blu. Nel momento apicale giunsero ad avere oltre duecento conventi in Italia prima che, decaduti gradualmente a partire dal XIII secolo, fossero poi aboliti con bolla papale da Alessandro VII il 28 aprile 1656.

Ma quale era il loro rapporto con Bologna? Oltre a essere una delle cinque province dell'Ordine, nella nostra città vi era un punto nevralgico, la casa generalizia, precisamente presso la chiesa e convento di Santa Maria di Morello.

Comunque se anche questa chiesa non vi dice molto è più che normale (o almeno noi che viviamo tra l'altro molto 'vicini' vogliamo sperarlo per solidarietà di ignoranza...). Oggi infatti non esiste più (Archiginnasio.it) e solo un'antica carta delle pievi bolognesi conservata nella raccolta Archiginnasio ce ne offre una rappresentazione grafica ('cruciferi' in Il suburbio sudorientale della città di Bologna compreso fra via San Mamolo e via Emilia Levante, seconda metà sec. XVI), due chilometri fuori porta lungo Strada Maggiore nell'incrocio con la strada che conduceva al Fossolo (attuale via Mazzini 103-105, angolo Via Fossolo) e che fu da loro denominato "de' Crociali".
A riguardo riportiamo: "Fra i luoghi sacri cospicui, degni di menzione e sorti nella parrocchia degli Alemanni, va ricordata Santa Maria del Morello, sulla via Emilia, di fronte alla strada per la quale si va a Fossolo, nel luogo denominato i Crociali (Crux de chodalis) (...) "essi [Padri Cruciferi] fondarono una casa ospitaliera non lungi dalle mura di Bologna, al Morello, che Alessandro III prese sotto la sua protezione con bolla del 20 dicembre 1169 e, nel medesimo anno, mandò da Roma la pietra sacra da collocare in questa chiesa, assoggettata ad un censo annuo, e nel libro, dove è segnato il censo, si legge: 'Domiis hospitalis Cruciatorum', cui erano annessi L'Ecclesia Sancte Marie Cruciatorum e 1'Hospitale Sancte Marie Cruciatorum" (Atti e Memorie della R. Deputazione di Storia Patria per le Provincie della Romagna, 1918-19).

Oggi la toponomastica stradale ci ricorda la presenza dei Padri Cruciferi - che si può far risalire già al Duecento con convento ed ospedale nell'area tra l'odierna via Mazzini e via Massarenti (dove ora vi è via Azzurra) - con la strada omonima nella parte di via Massarenti.

Nella Bologna Perlustrata di Masini si narra anche la storia di un antico crocifisso: "Era quivi l'Ospitale di S.Croce, il quale nel 1160. come si è scritto adì 26 aprile, da Alessandro III. fu unito à frati Crociferi. Del 1511 per le guerre fu atterrato [Nell'edizione del 1823 si specifica che nel 1511 fu ricostruita "dall'opposta parte della strada romana, cioè alla destra a chi da Bologna si parte], restando un pezzo di muro, in cui era dipinto il sudetto Crocefisso, il quale per le piaghe de' piedi in quel tempo gettò sangue, e perciò vi fecero un'Altare, celebrandovi Messa. Del 1527. nel passaggio dell'Essercito di Carlo Duca di Borbone, ch'era di 40.milla persone, un'Eretico di quelli dando con la punta della Picca nel petto al detto Crocefisso, ne uscì miracolosamente sangue. Il sudetto Crocefisso del 1462. fece dipingere il P. Taddeo de' Garganelli dell'Ordine de' Servi, e Generale della Religione de' crociferi, con spesa di soldi dodici."
Con la bolla di soppressione dell'Ordine, Alessandro VII diede ai canonici della cattedrale di Siena il possesso su tutti i beni eccetto "Chiesa, convento, suppellettili orto e prati annessi, tutto compreso sotto la denominazione delli crociali, che assegnò al collegio di S. Francesco Xaverio di Bologna" (Bologna Perlustrata, 1823), allora governato dai Padri Gesuiti, poi dai Barnabiti del Collegio S. Luigi.
Dall'ex chiesa di Santa Maria del Morello come documenta il sito del Collegio S.Luigi provengono il "Battesimo di Gesù" e il "Martirio di San Cleto" di Giovanni Battista Bagnacavallo, che furono collocati nel 1982 sulle pareti laterali del presbiterio della Chiesa di S.Antonio abate.

Ma questo edificio fu anche luogo di eventi storici importanti. Infatti "la Domus hospitalis Cruciatorum, di cui abbiamo tenuto parola, servì di ospizio a parecchi personaggi prima di fare il loro ingresso in Bologna, e, fra gli altri, ricordiamo Giulio II (1503-1513). Egli, in momenti torbidi, e mentre si combatteva fieramente da ogni parte, designò di venire a Bologna per vedere le cose più da vicino e per liberare la nostra città dal potere tirannico dei Bentivogli. (...) Da Imola il 10 novembre 1506 Giulio II s'avviò verso Bologna, dove era aspettato quale liberatore, e, giunto alla Domus Hospitalis Cruciatorum - presso gli Alemanni - vi pranzò e vi prese alloggio. Il giorno dopo, con pompa straordinaria, mosse alla volta di Bologna, circondato da tutto il popolo festante (...)" (Atti e Memorie della R. Deputazione di Storia Patria per le Provincie della Romagna, 1918-19)

Ora arriviamo allo scienzato cui vi abbiamo accennato agli inizi. Si tratta di Giovanni Aldini, famoso fisico nato a Bologna nel 1762. Nipote di Luigi Galvani, studiò fisica come lo zio e seguendone le orme insegnò all'Università di Bologna, dove prese nel 1798 il posto del maestro Canterzani. Si concentrò prevalemente sull'elettricità e sulla sua applicazione nei campi della medicina e dell'illuminazione, con il 'sogno' di ridare vita a un cadavere attraverso le scariche elettriche. I suoi studi sul galvanismo (tra cui il saggio "An account of the late improvements in Galvanism" pubblicato a Londra nel 1807) e i suoi esperimenti sui cadaveri mediante stimoli elettrici ispirarono Mary Shelley per il suo famoso romanzo Frankestein. Alla sua morte, avvenuta nel 1834 a Milano, Giovanni Aldini lasciò una cospicua somma di denaro per completare il progetto di scuola di scienze naturali deciso assieme a Valeriani.

E a conclusione di questo doppio excursus viene la nostra piccola scoperta!

Giovanni Aldini nel 1799 comprò dall'Amministrazione Centrale del Dipartimento del Reno i beni Chiesa e Oratorio 'de' Crociali'. Come dimostra il documento che abbiamo reperito, firmato dal notaio Luigi Camillo Aldini, e dal titolo "Compra del cittadino dott. Gioanni aldini dall'Agenzia de' beni nazionali nel Dipartimento del Reno". Si tratta di un manoscritto originale in 4° (cm. 24,5 x 19,5), su carta bollata della Repubblica Cisalpina (con motto 'Nel nome della Libertà - Eguaglianza'), brossura manoscritta coeva, datato Bologna 8 ventoso (26 febbraio) 1799 - anno VII° Repubblicano. Contiene perizia e stima di tutti i beni contenuti negli immobili.

Per curiosità, studi, ricerche o qualunque altro vostro interesse, per avere il documento integrale Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. !

E ci raccomandiamo, se poi avete o scoprite ulteriori informazioni, anche e soprattutto a correzione o integrazione di quelle raccolte da noi finora - che non siamo certi degli esperti di storia! - comunicatecelo!

Appendice:
Nelle sue "Chiese parrocchiali", opera pubblicata dopo la morte di Giovanni Aldini, Enrico Corty relativamente al territorio degli Alemanni racconta "Il Crocifisso detto i Crociali, Cappella pur questa di rinomanza per il prodigio di quel Crocifisso che versò sangue per una lanciata infissa gli per disprezzo da un soldato del Duca Borbone nel suo passaggio che fece per Bologna, e per la rinomatissima Compagnia dei 600 che ivi fece residenza, con moltissimi privilegi di Pontefici, per molti illustri. La proprietà di questa Cappella ora è del signor Giuseppe Aldini". (Le chiese parrocchiali della diocesi di Bologna, ritratte e descritte, Tomo I, 1844).

Ad oggi non abbiamo ancora trovato informazioni né sulla citata "Compagnia dei 600" né per confermare se il riferimento a "Giuseppe Aldini" (tra l'altro nome del padre di Giovanni, morto nel 1768) si può considerare un refuso o è relativo a omonimo parente successivo dello stesso Giovanni (che ci risulta morto celibe).

BIBLIOGRAFIA

Voce "Giovanni Aldini", Treccani.it

Voce "Giovanni Aldini", Wikipedia

Antonio Masini: Bologna Perlustrata, 1666 - Bologna Perlustrata, 1823

Archiginnasio.it: Cartografia Bolognese Il suburbio sudorientale della città di Bologna compreso fra via San Mamolo e via Emilia Levante, seconda metà sec. XVI

Enrico Corty, Le chiese parrocchiali della diocesi di Bologna, ritratte e descritte, Tomo I, 1844

Collegio San Luigi, sito

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Ultimo aggiornamento Mercoledì 04 Agosto 2021 21:33